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Gli esseri umani sono animali come tutti gli altri. Eppure, nelle società moderne vige ancora lo stereotipo che vede l’uomo come essere superiore, l’unico a potersi permettere il lusso di disinteressarsi alle leggi della natura. Per stimolare la riflessione sulle radici biologiche, oltre che culturali, dell’essere umano, l’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’ISTC-CNR, in collaborazione con la cooperativa Myosotis (ospitata dal Museo Civico di Zoologia di Roma) e grazie al finanziamento del MIUR, ha avviato nel 2002 il progetto “Imparare a conoscersi: riflessioni sulle basi biologiche del comportamento dei primati umani e non umani”.

Lo spirito del progetto, che si è concluso con la realizzazione di un CD-rom (chi è interessato lo può richiedere a Elisabetta Visalberghi) e un sito internet, era guidare le persone, soprattutto i più giovani, alla comprensione di sé stessi e della propria identità biologica, una conquista indispensabile per migliorare i rapporti con gli altri e facilitare la convivenza nelle grandi metropoli, sempre più al centro di profonde trasformazioni socio-culturali.

Imparare a conoscere il comportamento umano è fondamentale per riuscire a contrapporre alla visione antropocentrica tipica delle società tradizionali una nuova visione che collochi l’essere umano all’interno del mondo naturale, sensibile alle leggi biologiche che regolano gli altri esseri viventi. Tra le altre cose, l’etologia umana ci insegna che l’uomo, oltre che con le parole, comunica anche con i gesti, così come molte altre specie animali. Tuttavia, molto più delle altre specie, l’uomo ha un repertorio di comunicazione non verbale ricchissimo: non solo gesti ma anche oggetti, abbigliamenti, tradizioni culinarie e rituali che ampliano incredibilmente il flusso di messaggi non verbali che vengono scambiati e la quantità di cose che possono essere “dette” con tali messaggi.

Per il progetto, i ricercatori si sono concentrati su alcuni tipi di segnali e comportamenti adottati dalla specie umana nelle interazioni di tutti i giorni: le espressioni facciali; gli interventi sul corpo (per esempio il culturismo o la chirurgia estetica) e la scelta di ornamenti dalla specifica funzione comunicativa (le acconciature dei capelli, il trucco del viso, l’abbigliamento, i gioielli, ecc.); il saluto, le sue “declinazioni” umane (cenno con il capo, stretta di mano, bacio, ecc.) e le analogie con i primati non umani; i segnali infantili, ovvero le caratteristiche fisiche dei piccoli dei primati non umani che funzionano da stimolo positivo negli adulti e le analogie nella specie umana. Di ogni comportamento i ricercatori hanno analizzato sia la possibile radice biologica, tramite il confronto con i primati non umani, sia quella culturale, mettendo in risalto le differenze e le analogie fra le diverse popolazioni della specie umana.

I risultati di queste riflessioni sono stati raccolti in un CD-rom dal titolo “Una giornata da etologo” e un sito internet, due mezzi con caratteristiche adatte a soddisfare le esigenze di un pubblico eterogeneo: da una parte gli adolescenti, che vivono un’età in cui ci si affaccia e ci si relaziona agli altri in modo nuovo e più maturo; dall’altra gli adulti, curiosi di scoprire una nuova chiave di lettura del proprio e altrui comportamento.

 

cover Una giornata da etologo cd-rom 2003

La copertina del CD-rom realizzato durante il progetto.

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