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Lo scopo del progetto “Educazione scientifica e costruttivismo: un approccio all’insegnamento dell’evoluzione biologica” è stato quello di spiegare al grande pubblico a cosa servono le attività di ricerca e le collezioni museologiche. Il progetto, a cui hanno collaborato ricercatori dell’Unità di Primatologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ricercatori del Museo Civico di Zoologia, insegnanti e alunni della Scuola Media Statale “Vittorio Alfieri” è stato incentrato sull’evoluzione. Questo tema è molto complesso ma fondamentale per capire il funzionamento presente, passato e futuro del mondo di cui facciamo parte. Il nostro obiettivo è stato di renderlo leggibile grazie allo stratagemma di osservare con occhio critico le specie che più ci somigliano, ovverosia i primati non umani.

Il lavoro svolto è illustrato in un libro scritto da Elisabetta Falchetti, Flaminia Tranchida ed Elisabetta Visalberghi intitolato “I primati e l’evoluzione biologica. Un approccio costruttivista all’educazione scientifica”. Qui si racconta l’esperienza di educazione scientifica illustrandone anche i principi ispiratori. Il libro può servire come modello per realizzare un itinerario didattico “ attivo” sull’evoluzione biologica, come resoconto di un esperienza di ricerca in didattica della biologia, come spunto per ampliare il dibattito sull’introduzione di nuove metodologie di lavoro nei curricoli scientifici, e come occasione di formazione ed aggiornamento. Chi è interessato al volume può richiederne copia ad Elisabetta Visalberghi.

Scrivono le autrici “Con questo libro vorremmo dare un contributo … alla formazione scientifica dei giovani. Conoscere e discutere metodi e risultati delle esperienze altrui infatti, può stimolare curiosità e confronti e innescare nuove motivazioni a sperimentare. Inoltre, per noi che l’abbiamo vissuta, questa esperienza è stata ricca di risultati e di significati e il raccontarla può contribuire ad incoraggiare gli insegnanti che, come noi, credono nella necessità di offrire ai ragazzi occasioni didattiche formative, che producano un rapporto costruttivo con la scienza, nuovi interessi e idee più sane su come vivere in armonia col nostro mondo. Resta ad insegnanti, studenti e cittadini applicare questa esperienza ed adattarla a situazioni di volta in volta differenti. Da parte nostra ci auguriamo che quest’attività di divulgazione contribuisca a valorizzare le nostre istituzioni.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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