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Quante specie di scimmie esistono? Qual è la differenza tra un cebo dai cornetti e uno scimpanzé? E perché si comportano in modo diverso? Per avvicinare i bambini delle scuole elementari al mondo della ricerca sul comportamento animale, nel 2001 è partito il progetto “Imparare ad osservare: l’analisi critica del comportamento dei primati non umani”, realizzato dall’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’ISTC-CNR in collaborazione con l’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR e finanziato dal MIUR.

Il progetto ha preso il via con una serie di incontri organizzati nelle classi, durante i quali i ricercatori hanno parlato di primati non umani e della loro tassonomia. Particolare attenzione è stata data alle differenze morfologiche e comportamentali fra le varie specie e di come i meccanismi evolutivi hanno originato tali differenze. Sono stati illustrati alcuni metodi utilizzati per raccogliere dati sul comportamento animale e rappresentarli in forma grafica. Oltre alle “lezioni” teoriche, i bambini hanno fatto esperienza “sul campo” visitando il Centro primati del CNR ospitato nel Bioparco di Roma. Alla fine è stato organizzato un gioco a squadre in cui i bambini hanno avuto l’opportunità di "giocare" con ciò che hanno imparato.

Nell’ambito del progetto sono stati realizzati un libro per ragazzi e un Cd-rom interattivo (chi è interessato lo può richiedere a Valentina Truppa). Il libro, ricco di illustrazioni originali, raccoglie informazioni e curiosità su quattro specie di scimmie (galagone, cebo dai cornetti, macaco del giappone, scimpanzé) che rappresentano i principali gruppi tassonomici dell’Ordine dei Primati (proscimmie, scimmie platirrine, scimmie catarrine, scimmie antropomorfe). Il Cd si articola in due sezioni: la prima fornisce un’ampia gamma di informazioni sui principali gruppi tassonomici dei primati (tramite testi, immagini e filmati) e la seconda contiene giochi interattivi con cui mettere alla prova le conoscenze apprese.

Gli esseri umani sono animali come tutti gli altri. Eppure, nelle società moderne vige ancora lo stereotipo che vede l’uomo come essere superiore, l’unico a potersi permettere il lusso di disinteressarsi alle leggi della natura. Per stimolare la riflessione sulle radici biologiche, oltre che culturali, dell’essere umano, l’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’ISTC-CNR, in collaborazione con la cooperativa Myosotis (ospitata dal Museo Civico di Zoologia di Roma) e grazie al finanziamento del MIUR, ha avviato nel 2002 il progetto “Imparare a conoscersi: riflessioni sulle basi biologiche del comportamento dei primati umani e non umani”.

Lo spirito del progetto, che si è concluso con la realizzazione di un CD-rom (chi è interessato lo può richiedere a Elisabetta Visalberghi) e un sito internet, era guidare le persone, soprattutto i più giovani, alla comprensione di sé stessi e della propria identità biologica, una conquista indispensabile per migliorare i rapporti con gli altri e facilitare la convivenza nelle grandi metropoli, sempre più al centro di profonde trasformazioni socio-culturali.

Imparare a conoscere il comportamento umano è fondamentale per riuscire a contrapporre alla visione antropocentrica tipica delle società tradizionali una nuova visione che collochi l’essere umano all’interno del mondo naturale, sensibile alle leggi biologiche che regolano gli altri esseri viventi. Tra le altre cose, l’etologia umana ci insegna che l’uomo, oltre che con le parole, comunica anche con i gesti, così come molte altre specie animali. Tuttavia, molto più delle altre specie, l’uomo ha un repertorio di comunicazione non verbale ricchissimo: non solo gesti ma anche oggetti, abbigliamenti, tradizioni culinarie e rituali che ampliano incredibilmente il flusso di messaggi non verbali che vengono scambiati e la quantità di cose che possono essere “dette” con tali messaggi.

Per il progetto, i ricercatori si sono concentrati su alcuni tipi di segnali e comportamenti adottati dalla specie umana nelle interazioni di tutti i giorni: le espressioni facciali; gli interventi sul corpo (per esempio il culturismo o la chirurgia estetica) e la scelta di ornamenti dalla specifica funzione comunicativa (le acconciature dei capelli, il trucco del viso, l’abbigliamento, i gioielli, ecc.); il saluto, le sue “declinazioni” umane (cenno con il capo, stretta di mano, bacio, ecc.) e le analogie con i primati non umani; i segnali infantili, ovvero le caratteristiche fisiche dei piccoli dei primati non umani che funzionano da stimolo positivo negli adulti e le analogie nella specie umana. Di ogni comportamento i ricercatori hanno analizzato sia la possibile radice biologica, tramite il confronto con i primati non umani, sia quella culturale, mettendo in risalto le differenze e le analogie fra le diverse popolazioni della specie umana.

I risultati di queste riflessioni sono stati raccolti in un CD-rom dal titolo “Una giornata da etologo” e un sito internet, due mezzi con caratteristiche adatte a soddisfare le esigenze di un pubblico eterogeneo: da una parte gli adolescenti, che vivono un’età in cui ci si affaccia e ci si relaziona agli altri in modo nuovo e più maturo; dall’altra gli adulti, curiosi di scoprire una nuova chiave di lettura del proprio e altrui comportamento.

 

cover Una giornata da etologo cd-rom 2003

La copertina del CD-rom realizzato durante il progetto.

Per molte persone, quello della ricerca è ancora un mondo misterioso dove regna lo stereotipo dello scienziato pazzo con i capelli arruffati e il camice bianco. Il progetto "Dall'osservazione all'interpretazione, alla modellizzazione e viceversa nello studio del mondo animale”, iniziato nel 2005 e finanziato dal MIUR, è stato pensato proprio per mostrare agli studenti delle scuole superiori cosa significa fare ricerca. I primatologi dell’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’ISTC-CNR, in collaborazione con i ricercatori del Museo Civico di Zoologia di Roma, hanno coinvolto i ragazzi in una serie di attività richiedenti l’applicazione di differenti metodologie di indagine scientifica: dalla raccolta di reperti allo studio del comportamento e alla simulazione computerizzata di processi evolutivi riguardanti popolazioni di organismi artificiali. Dalla rielaborazione della documentazione raccolta attraverso il lavoro con le scuole sono stati realizzati un libro con dvd pensati per aiutare i docenti nella progettazione dei programmi di studio, per coadiuvare la formazione degli insegnanti e per promuovere la divulgazione scientifica.

Il progetto ha coinvolto 65 ragazzi di quattro classi delle scuole Liceo Classico "Giulio Cesare" e Istituto "Sisto V" di Roma. Il primo incontro tra gli studenti e i ricercatori si è svolto a scuola, un’occasione per presentare il progetto e proporre ai ragazzi un questionario finalizzato a capire il loro livello di interesse e le competenze in materia di biologia ed evoluzione dei viventi.

 

 

Nel secondo incontro, che si è svolto presso il Centro Primati ospitato nel Bioparco di Roma, i ragazzi sono stati guidati nell'attività di osservazione, spiegazione e interpretazione di alcuni comportamenti dei cebi dai cornetti, un compito tutt’altro che banale. Spesso, infatti, si tende a interpretare un comportamento prima ancora di descriverlo, uno dei più grandi errori che si possono commettere in etologia. Un esempio? Osservando il filmato di una scimmia che percuoteva un pezzo di plastica contro il muro, i ragazzi hanno descritto il suo comportamento in questo modo: “La scimmia sta cercando di rompere il bastoncino perché è arrabbiata”. In altre parole, erano già passati alla spiegazione e all’interpretazione delle sue azioni. Attraverso il dialogo con i ragazzi i ricercatori hanno poi affrontato temi importanti per lo studio del comportamento, dalle relazioni evolutive tra specie animali al complesso rapporto tra eredità e apprendimento e al ruolo dello sviluppo.

 

 

Nel terzo incontro, che si è svolto presso il Museo Civico di Zoologia, gli studenti hanno manipolato e confrontato diversi tipi di reperti ossei. Sono stati stimolati a discutere sulla funzione e sul significato delle diverse caratteristiche anatomiche dei reperti, promuovendo il dibattito sui temi della selezione naturale e dell'adattamento delle specie al loro ambiente. Successivamente, i ragazzi hanno visitato il Museo con l'ausilio di schede di osservazione e hanno discusso insieme sul significato e la funzione di un Museo di Zoologia.

Nell'ultimo incontro, che si è svolto presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, i ragazzi hanno avuto la possibilità di “vedere” l’evoluzione all’opera grazie a modelli computerizzati elaborati per studiare i meccanismi evolutivi in popolazioni di organismi artificiali.

 


Negli ultimi anni si è diffusa una maggiore sensibilità verso gli animali anche grazie a documentari e programmi televisivi. Non meraviglia, quindi, che molte persone abbiano iniziato a interrogarsi sull’eticità delle ricerche sul comportamento animale condotte in laboratorio e sull’opportunità di mantenere giardini zoologici, spesso assumendo posizioni fortemente critiche che non favoriscono un dialogo fra il mondo della ricerca e i fruitori della ricerca stessa. “Etologia dell’altro Mondo: a scuola dai cebi del Sud America” è un progetto del 2007 ideato dall’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’ISTC-CNR e finanziato dal MIUR rivolto a studenti del liceo e ai visitatori del Bioparco di Roma. I suoi obiettivi erano (a) divulgare nozioni di comportamento animale utili a far capire l’importanza degli studi etologici condotti in giardini zoologici e centri di ricerca, (b) promuovere una riflessione critica sugli aspetti etici connessi allo studio del comportamento animale; favorire un atteggiamento di curiosità e interesse verso la ricerca e il sapere scientifico. Questi sono passi fondamentali per stimolare nei giovani il desiderio di intraprendere studi di carattere scientifico.

 

 

Il progetto ha coinvolto studenti di cinque licei di Roma e provincia, per un totale di circa 150 ragazzi. L’attività è iniziata con un incontro tra i ricercatori dell’ISTC-CNR e gli studenti durante il quale è stato proposto un questionario composto da 53 frasi sui quali i ragazzi dovevano esprimere un’opinione. Le frasi riguardavano argomenti controversi quali la sperimentazione animale, l’ambientalismo o il rapporto con gli animali da compagnia. Dall’analisi delle risposte fornite dagli studenti, è emerso che (i) i ragazzi più informati sugli animali sono anche quelli che si sentono maggiormente in confidenza con loro (ii) i ragazzi che hanno mostrato una maggiore attenzione alle tematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente hanno più confidenza con gli animali e una maggiore sensibilità verso le tematiche che riguardano le condizioni di vita degli animali da laboratorio, (iii) i ragazzi con maggiore tendenza ad attribuire sentimenti umani agli animali sono più sensibili alle condizioni di vita degli animali da laboratorio e (iv) i ragazzi più “utilitaristi” nei confronti delle risorse della natura sono meno sensibili alle condizioni di vita degli animali da laboratorio.

Sono poi emerse interessanti differenze di genere. Le ragazze mostrano una maggiore attenzione al rapporto con gli animali domestici dei ragazzi e hanno un atteggiamento di maggiore sensibilità riguardo alle condizioni di vita degli animali da laboratorio. I ragazzi, invece, tendono a dare più importanza al possibile utilizzo degli animali in funzione dell'esigenze dell’uomo. In generale, i risultati emersi dal questionario hanno dimostrato che la conoscenza del mondo animale favorisce un rapporto migliore con gli animali stessi.

Gli studenti hanno visitato il Centro Primati dell’ISTC-CNR per osservare insieme ai ricercatori, il comportamento dei cebi dai cornetti e di macachi del Giappone, lemuri, mandrilli, oranghi e scimpanzé e partecipato ad una serie di seminari organizzati in collaborazione con la Fondazione Bioparco. Gli argomenti trattati nei seminari sono stati la lateralizzazione emisferica del cervello, le influenze sociali sull’alimentazione, le abilità numeriche e l’organizzazione sociale dei primati non umani. Questo insieme di esperienze ha stimolato l’osservazione critica in chiave comparativa del comportamento dei primati e la discussione su aspetti riguardanti il mantenimento degli animali in cattività e i problemi etici inerenti alla sperimentazione.

 

8094091-sagome-di-scimmie Il questionario

8094091-sagome-di-scimmie I seminari dei ricercatori

 

 

Il mio gatto è parte della famiglia”. “L’intelligenza degli animali è simile a quella dei bambini”. “Gli animali esistono soprattutto perché sono utili all’uomo”. “Io e il mio cane guardiamo spesso la Tv insieme”. “Quasi tutti gli animali hanno pensieri e sentimenti”. Sono alcune delle risposte che i bambini di scuola elementare hanno fornito ai ricercatori dell’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’ISTC-CNR nell’ambito del progetto “Ricerca ed etica: osservare capire rispettare” finanziato nel 2006 dal MIUR. “Lo scopo della nostra iniziativa – ha spiegato Elisabetta Visalberghi, direttore di ricerca e responsabile del progetto – era valutare le attitudini dei bambini verso gli animali e stimolarli ad avere un maggiore spirito critico verso di loro”. Anche se negli ultimi anni si è diffusa una maggiore sensibilità nei confronti degli animali, persistono ancora molti luoghi comuni.

Dalle risposte fornite dai bambini non è emerso alcun sentimento pietistico – chiarisce Elsa Addessi, altra ricercatrice coinvolta nel progetto – nessuno dei bambini ha pensato che, per esempio, vestire un animale significa proteggerlo dal freddo. Anzi quasi tutti interpretano un gesto simile come una vera e propria prepotenza”. I bambini con animali in casa sono più informati sul loro comportamento o necessità. E le bambine lo sono più dei bambini che hanno anche una visione più “utilitaristica”. I bambini hanno opinioni maggiormente positive delle bambine riguardo ad affermazioni come: “Non c’è nulla di male nel mangiare la carne” o “Gli animali sono utili all’uomo”. “In altre parole – prosegue Elsa Addessi – i maschi tendono a dare più importanza al possibile utilizzo degli animali in funzione delle diverse esigenze dell’uomo, come l’alimentazione o il lavoro nei campi, di quanto non facciano le femmine”. Sia i bambini che le bambine attribuiscono agli animali sentimenti umani e liconsiderano parte della famiglia: “Il mio cane capisce quando sono arrabbiato e mi consola” e “Se mangio qualcosa che mi piace lo faccio assaggiare anche al mio gatto”.

Il progetto ha stimolato riflessioni di bambini, insegnanti e ricercatori sul benessere animale e sulle esigenze delle diverse specie animali, in termini di libertà di movimento, vivere in gruppo, possibilità di nascondersi, e di allevare i propri piccoli. “Le riflessioni sono state messe in pratica – dice Elsa Addessi – visitando i cebi dai cornetti del nostro Centro Primati, e proponendo soluzioni per migliorare le loro condizioni di vita. I bambini hanno prodotto disegni e brevi testi per illustrare le loro idee e che il Centro ha in parte realizzato. Nei recinti ora ci sono altalene, piattaforme, rifugi, tronchi e massi di tufo che le scimmie hanno molto gradito”.

 

8094091-sagome-di-scimmie Il questionario

I lavori per la costruzione delle nuove strutture destinate a ospitare il Centro Primati dell’Istc-CNR di Roma all’interno del Bioparco sono stati l’occasione per realizzare nuovi strumenti di divulgazione scientifica. Nel 2004, infatti, è partito il progetto “Uomini e scimmie a confronto: un laboratorio on-line”, finanziato dal MIUR e finalizzato a diffondere le attività di ricerca dell’Unità di Primatologia Cognitiva dell’Istc-CNR. Grazie al progetto è stata realizzata una postazione multimediale (totem) che permette ai visitatori, tramite un touch screen, di scoprire curiosità sui cebi dai cornetti e conoscere il tipo di ricerca che si svolge nel centro. Inoltre, sono state realizzate schede informative ricche di foto e testi descrittivi per illustrare la storia delle scimmie della colonia e per aiutare il riconoscimento dei singoli esemplari da parte dei visitatori. Una raccolta che può diventare un utile strumento d’indagine anche per gli studenti e i ricercatori esterni che periodicamente visitano e svolgono le loro ricerche nel Centro Primati.

 

 

Il progetto è nato da una riflessione: la ricerca non serve solo a fare scoperte, ma a promuovere la trasmissione di una corretta cultura tecnico-scientifica. D’altra parte, è altrettanto importante che questa cultura trovi ampia diffusione nella società. Tutto ciò, naturalmente, non è banale. Richiede da un lato rigore scientifico, dall’altro semplicità e chiarezza nell’esposizione dei contenuti. Nell’ottica della divulgazione, un centro di studi sul comportamento animale ospitato all’interno di un giardino zoologico come il Centro Primati dell’Istc-CNR dovrebbe avere un ruolo cruciale nell’avvicinare i visitatori alla ricerca etologica e cognitiva. Ma per i ricercatori è spesso problematico far conoscere le proprie ricerche a un pubblico di non addetti ai lavori. C’è il problema del linguaggio, scientifico versus non specialistico, ma anche quello dello spazio. I laboratori in cui si fa ricerca sono ambienti controllati che non possono ospitare visitatori. In più, la validità e l’attendibilità delle misure comportamentali dipende soprattutto dal fatto che il comportamento degli animali non viene alterato da elementi che non fanno abitualmente parte dell'ambiente in cui essi vivono. Come è possibile, allora, conciliare le esigenze della ricerca con l’interesse del pubblico? Bisogna scegliere gli strumenti adatti. È quello cha hanno fatto i ricercatori dell’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’Istc-CNR realizzando la postazione multimediale e le schede informative sui cebi della colonia.

Questi strumenti di divulgazione sono ricchi di approfondimenti sull’ecologia e comportamento dei cebi dai cornetti, così da soddisfare le naturali curiosità suscitate dall’osservazione diretta degli animali; contengono informazioni sugli animali che compongono la colonia (sesso, età, gruppo sociale di appartenenza, parentele) per coinvolgere emotivamente l'osservatore e rendere più efficace la comunicazione di contenuti scientifici senza sacrificare il necessario rigore; descrivono le linee di ricerca portate avanti nel centro e i principali risultati ottenuti, con un richiamo all’importanza degli studi condotti in cattività per la comprensione del comportamento degli animali in natura; permettono di fare esperienza diretta delle tecniche di registrazione delle vocalizzazioni dei cebi e della voce umana, tramite la visualizzazione di sonogrammi; ricostruiscono la storia dell’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati.

 

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I cebi del Centro Primati: album di famiglia

Il papà di tutti i primati è una scimmia vissuta milioni di anni fa che, con molta probabilità, non assomigliava affatto alle specie attuali. D’altra parte, anche i gorilla, gli scimpanzè, gli oranghi, i macachi, i lemuri e l’uomo non hanno nulla in comune fuorché un antico progenitore. Da quando sono comparsi sulla faccia della Terra, infatti, tutti questi primati si sono evoluti seguendo strade molto diverse. Ma in quale momento della storia evolutiva è avvenuta la differenziazione tra gli esseri umani e gli altri primati? E perché l’uomo è più simile ad alcune specie di scimmie antropomorfe piuttosto che ad altre? Per cercare di rispondere a queste domande, la Fondazione Bioparco di Roma, l’Unità di Primatologia Cognitiva e Centro Primati dell’Istc-CNR e la Cooperativa Darwin, con il supporto dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, hanno ideato nel 2011 il progetto educativo “Scimmia sarai tu”.

 

 

Il progetto, rivolto alle scuole superiori, è stato un viaggio alla scoperta della storia evolutiva dei primati, per capire come agiscono i processi della selezione naturale e dell’adattamento e per individuare gli strumenti con cui è possibile studiarli. Nel corso del progetto, gli studenti hanno lavorato fianco a fianco con esperti primatologi che, attraverso l’applicazione di metodologie scientifiche e l’utilizzo di supporti multimediali, hanno guidato i ragazzi nell’osservazione del comportamento di alcune specie di scimmie ospitate nel Bioparco di Roma.

Attraverso l’osservazione e l’approfondimento scientifico degli aspetti biologici, ecologici e comportamentali di questi primati, il progetto ha sensibilizzato i ragazzi al problema della conservazione delle specie più minacciate. La scoperta che molte abitudini, reazioni di gioia o di rabbia e comportamenti sessuali sono molto simili ai comportamenti umani, infatti, ha favorito il processo di empatia verso questi animali. Il bagaglio di conoscenze acquisite e il legame “affettivo” stabilito hanno contribuito a rendere gli animali non semplici nomi inseriti in un elenco di specie in via di estinzione, ma un problema di cui farsi carico anche semplicemente parlandone con altre persone. L’osservazione diretta delle specie e dei loro comportamenti, inoltre, ha avuto risvolti positivi anche sull’educazione dei ragazzi, che hanno imparato a mettere a frutto abilità manuali e conoscenze scientifiche, a sviluppare pensiero logico e capacità previsionali. Senza dimenticare che l’osservazione di specie strettamente affini all’uomo è stata un'occasione per stimolare i ragazzi a riflettere sulla propria storia evolutiva.

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